Affective Computing

kismet, un robot dell\'effective computing

L’Affective computing è un ramo specifico dell’intelligenza artificiale che si propone di realizzare calcolatori in grado di riconoscere ed esprimere emozioni.

I progressi fatti nell’ambito del HCI (Human Computer Interaction) hanno permesso lo sviluppo di applicazioni informatiche che sempre più tengono conto dei contesti d’uso degli utenti e consentono un livello di interazione qualitativamente migliore, nonchè tendente alla “multimodalità“, ovvero al coinvolgimento dei diversi sensi nel processo di gestione del flusso d’informazione input-output.

L’informatica “tradizionale” concettualizza un tipo di interazione tra uomo e macchina basata sull’influenza reciproca tra azione e reazione. Le nuove frontiere di sviluppo dei prodotti informatici mirano all’ implementazione di macchine affettive che tengono conto della reazione dell’utente al sistema e che interagiscano con questo basandosi sul suo stato emotivo.



L’ “affective computing group” del Massachusetts Institute of Technology (MIT) da anni si occupa di studiare il ruolo dell’emozione all’interno del contesto dell’esperienza umana, esplorando come il “fattore emotivo” influenza la cognizione, la percezione e i vari compiti quotidiani che coinvolgono l’apprendimento, la comunicazione e la presa di decisione razionale.

La ricerca nel campo dell”affective computing” combina ingegneria e informatica con psicologia, scienze cognitive, neuroscienze, sociologia, fisiologia, per sviluppare e mantenere un assetto teorico, critico e operativo che possa gestire la complessità concettuale ed epistemologica del campo.

Kismet, l’umanoide orientato alla socialità, rappresenta uno dei più famosi tentativi di creare un robot che risponde in modo dinamico alle espressioni emotive del suo interlocutore.

Sebbene i risultati siano ampiamente discutibili (si veda a questo proposito la critica costruttiva mossa da Lucy Suchman: Human and Machine Reconfigurations: Plans and Situationed Actions, Cambridge University Press, agosto 2006), gli studi effettuati sulle dinamiche comunicazionali in constesti naturali (dialogo umano, regole psicolinguistiche di tipo sintattico e semantico) hanno offerto nuove e promettenti prospettive per l’interpretazione delle dinamiche relazionali umane e delle possibilità di implementare il linguaggio algoritmico dei calcolatori e delle loro relative applicazioni in modo tale da renderlo più “reattivo” ed “intuitivo” in relazione al contesto d’uso.

Tomaso Scherini

Lascia un commento